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Sentenza

Il web rappresenta una delle principali insidie per i minori: si al parental control su cellulari e computer dei figli adolescenti.
Il web rappresenta una delle principali insidie per i minori: si al parental control su cellulari e computer dei figli adolescenti.
Tribunale di Parma, sez. I, sentenza 5 agosto 2020, n. 698
Nel corso di un giudizio di divorzio i coniugi, residenti in regioni diverse e genitori di due gemelli quattordicenni, scoprono la presenza di materiale pedopornografico sul cellulare dei figli, ricevuto tramite una chat di WhatsApp a cui partecipavano un centinaio di adolescenti; nonché di due video trasgressivi girati da uno dei due ragazzi. Il Tribunale richiama la madre, con la quale i minori convivono prevalentemente, a un maggiore controllo dei figli, anche in considerazione della delicata fase adolescenziale che questi trascorrono; stabilisce che i contenuti presenti sui telefoni cellulari e computer usati dai minori siano costantemente supervisionati da entrambi i genitori, anche tramite l'applicazione dei necessari dispositivi di filtro, al fine di evitare la comparsa di materiali non adatti all'età e alla formazione educativa dei ragazzi; e dispone per il periodo estivo il loro collocamento prevalente presso il padre, in considerazione dell'importanza di salvaguardare il più possibile il ruolo e la presenza della figura paterna nonostante la distanza abitativa. La sentenza del Tribunale di Parma del 5 agosto 2020, n. 698, ha sicuramente il merito di aver ribadito che tra i poteri-doveri che il codice civile, ma ancor prima la Costituzione all'art. 30, assegna ai genitori, vi è innanzitutto quello di educare i propri figli, e che dunque il controllo e l'imposizione del genitore non solo sono leciti, ma diventano doverosi ogni qual volta si tratti di impartire ai figli quantomeno quel minimo di disciplina comportamentale, conforme ai principi costituzionali e alle norme penali, indispensabile per una civile convivenza, sia all'interno della famiglia, sia al di fuori di essa; come pure quando ciò sia oggettivamente ed effettivamente giustificato dalla necessità di proteggere il figlio dal pericolo concreto di un serio pregiudizio. Non c'è dubbio che oggi il web rappresenti una delle principali insidie per i minori, in quanto potenzialmente in grado di condurli ad abbracciare disvalori e a tenere condotte illegali e antisociali, così come di esporli a pericoli anche gravi per la loro incolumità psicofisica. Dunque, al fine di proteggerlo da tali rischi, il genitore ha il potere e il dovere di controllare l'attività del figlio su internet e sui social, anche tramite l'attivazione di sistemi c.d. di parental control, e quindi di intervenire laddove si renda necessario.
Avv. Antonino Sugamele

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