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Sentenza

La moglie è giovane e laureata ma non lavora? Non spetta assegno divorzile.
La moglie è giovane e laureata ma non lavora? Non spetta assegno divorzile.
Tribunale di Treviso, sez. I, sentenza 8 gennaio 2019
il Tribunale di Treviso nega tale diritto in capo alla moglie in quanto, nonostante l'esistenza di un notevole divario economico-patrimoniale tra i coniugi, questo non sarebbe stato determinato da alcun sacrificio da parte della stessa che potesse aver contribuito alla formazione o all'aumento del patrimonio del marito, non potendo dunque l'assegno essere riconosciuto sulla base della funzione compensativa.

Ma, anche guardando alla funzione assistenziale, ad avviso del Tribunale non ricorrono i presupposti per il riconoscimento del diritto: la donna infatti ha trentacinque anni, è laureata in commercio estero e non avrebbe dimostrato di aver cercato un lavoro.

Poco importa se la signora non ha alcun reddito proprio (dall'ultima dichiarazione dei redditi risultava infatti come unica entrata l'assegno di mantenimento stabilito in sede di separazione) e se ha lasciato il suo Paese per seguire il marito, poiché di tale decisione è responsabile e responsabilmente si è assunta il rischio di non riuscire a reperire in Italia idonea occupazione.

Il percorso del Tribunale di Treviso si discosta in parte da quanto espressamente indicato dalle Sezioni Unite, secondo il cui insegnamento il giudice dovrebbe partire dalla valutazione comparativa delle condizioni economico patrimoniali dei coniugi, riconoscendo immediatamente il diritto all'assegno ove emerga una condizione di mancanza assoluta di redditi in capo al richiedente. In tal caso, infatti, verrebbe già in evidenza il profilo strettamente assistenziale dell'assegno. Salvo comunque ricordare che in ogni caso il parametro su cui fondare l'accertamento del diritto ha natura composita, dovendo valutare l'adeguatezza o meno dei mezzi o l'incapacità di procurarseli per ragioni oggettive sulla base di tutti gli indicatori di cui all'art. 5, comma 6°, Legge divorzio.
Avv. Antonino Sugamele

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